Ufficialmente il passaggio di testimone scatta a settembre, ma il rettore uscente Alberto De Toni è già in grado di formulare l’eredità morale sulla base dell’esperienza portata avanti per sei anni, indicando ai candidati le priorità che il prossimo mandato si troverà ad affrontare, dal sotto-finanziamento all’e-learning.
Che caratteristiche deve avere un rettore dell’Università del Friuli?
“Un rettore in generale deve avere varie caratteristiche. Ne cito tre. Prima, la capacità di visione, intesa come un’immagine del futuro che cerchiamo di creare: è ispirante, sovrastante, di lungo termine, evoca ed è guidata dalla passione. Seconda, la capacità di creare contesti ricchi di significato grazie ai simboli: le persone hanno bisogno di significato e i simboli ne sono l’espressione più efficace; sono un più di senso, un accumulo di significati. Terza caratteristica, la capacità di mediare e di attivare processi di cooperazione: nelle organizzazioni la cooperazione è più importante della creazione di nuove unità, procedure e sistemi; ma la cooperazione è un processo fragile e necessita di poteri decisionali diffusi ed equilibrati. Un rettore dell’Università del Friuli, inoltre, deve possedere una quarta caratteristica: saper coniugare la vocazione universale classica di ogni università con la missione ‘genetica’ del nostro ateneo, riecheggiante nell’articolo 1 dello Statuto, che la vuole fortemente radicata nella propria comunità territoriale”.
Quali priorità deve darsi il prossimo mandato di rettore?
“Anche in questo caso, ne indico tre. Prima, le risorse finanziare: al sotto-finanziamento storico del nostro ateneo, nei primi 5 anni del rettorato che sto concludendo, abbiamo risposto auto-generando 34 milioni di euro con politiche di contenimento dei costi e di espansione delle entrate, causate da un lieve aumento delle tasse studentesche associate a un incremento degli iscritti. Nei prossimi 6 anni questo sarà difficilmente ripetibile. Vanno trovate altre soluzioni. In primis chiamando in causa la legge della perequazione regionale che fino a oggi ha visto il riconoscimento di soli 300.000 euro in 6 anni.
Seconda priorità sono le attività di ricerca. Vanno migliorate agendo su più leve: promuovere la qualità della ricerca adottando sistemi premiali per l’attribuzione delle risorse; sostenere la formazione alla ricerca sviluppando dottorati inter-ateneo, internazionali, industriali e in apprendistato; favorire l’interazione con il sistema economico-sociale mediante la partecipazione a progetti di interesse comune in ambito di programmazione regionale, nazionale ed europea.
Infine, la terza priorità riguarda l’offerta didattica. Va riconfigurata, in primis quella di alcune lauree magistrali la cui attrattività va migliorata. Dobbiamo puntare a nuove tematiche, come con la recente laurea in Internet of Things, Big Data & Web, oppure ibridando competenze esistenti, come ad esempio con le recenti lauree in Gestione del turismo culturale e degli eventi e Scienza e cultura del cibo.
Quali saranno le sfide più importanti per l’ateneo nei prossimi anni?
“Le sfide che oggi tutte le organizzazioni devono affrontare sono quelle della rivoluzione digitale e della globalizzazione. Per l’Università di Udine accettare la sfida digitale implica potenziare ed estendere il progetto di e-learning già lanciato con il piano strategico. Accettare la sfida della globalizzazione implica perseverare nel tentativo di vincere i bandi della creazione delle reti universitarie europee. La Commissione si è posta l’obiettivo di creare, entro il 2020, una ventina di reti europee di atenei, che offrano programmi congiunti di studio e di ricerca. Siamo una delle 16 università italiane su 80 che hanno fatto domanda.
Vincere significherebbe entrare nella Champions League delle università europee! Oltre a queste due sfide che valgono per tutte le università, ne esistono altre due specifiche del nostro ateneo. La prima è quella di consolidare e rafforzare Cantiere Friuli, il progetto lanciato in occasione del quarantennale della fondazione, con cui l’università intende assumere su di sé il compito propulsivo e di coordinamento di attività di analisi, ricerca e proposta, con lo scopo di accompagnare il governo delle trasformazioni socio-economiche in atto.
La recente acquisizione del Palazzo Antonini-Maseri sarà un’ulteriore occasione, grazie al progetto Cosmopoli, per riqualificare il rapporto università-città. Una seconda specifica sfida è data dalla presenza nella nostra regione di ben tre università (Udine, Trieste e Sissa) e di due enti di ricerca del Miur (Area Science Park comprensiva del Sincrotrone e l’Ogs Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale) che apre alla possibilità – sulla falsariga delle migliori esperienze nazionali – di creare una fondazione universitaria e scientifica composta dai 5 enti di ricerca, la Regione e i principali gruppi industriali privati ed enti culturali pubblici regionali.
La fondazione potrebbe rappresentare il tavolo di concertazione regionale per sviluppare le politiche per la ricerca di base e applicata e per il trasferimento della conoscenza. Una struttura unica nel panorama nazionale, capace di attirare l’attenzione non solo dei Ministeri ma anche di partner nazionali industriali e istituzionali. La fortuna aiuta gli audaci”.
Ecco i magnifici tre
Sono dedicate alle elezioni del nuovo rettore quattro giornate: il 16 aprile e poi il 7, 16 e 23 maggio. Il meccanismo che porterà all’elezione è molto complicato e vedrà coinvolto l’elettorato passivo (i docenti ordinari in servizio presso le Università italiane che abbiano presentato la propria candidatura) e l’elettorato attivo (i professori di prima e di seconda fascia; i ricercatori confermati a tempo indeterminato, nonché i ricercatori a tempo determinato che, a tale titolo, prestino servizio presso l’ateneo da almeno tre anni; il personale dirigente e tecnico-amministrativo a tempo indeterminato, che esprime un voto ponderato pari al dodici per cento del numero dei votanti della componente; i componenti del Consiglio degli studenti).
Primo a candidarsi Andrea Zannini, direttore del dipartimento di Studi umanistici e patrimonio culturale.
Lo ha seguito l’ex prorettore, Roberto Pinton, professore di Agraria.
Unica donna Antonella Riem, già preside di Lingue e letterature straniere. (m.l.s.)