Fumata bianca, è proprio il caso di dirlo, dal Comitato tecnico scientifico, chiamato oggi a esprimersi su varie questioni ‘tecniche’, a cominciare dagli impianti di risalita.
Per gli esperti, che hanno esaminato il protocollo messo a punto dalle regioni il 28 gennaio, le piste da sci potranno riaprire in sicurezza dal 15 febbraio, ma solo nelle zone ‘gialle’.
No, invece, alle discese sulle montagne delle regioni in area ‘arancione’, per le quali era stata prevista una capienza ridotta al 50% su funivie, cabinovie e seggiovie e l’utilizzo obbligatorio di mascherine Ffp2.
Resta ora da capire se l’ok del Cts sarà recepito dal prossimo decreto, anche alla luce dei numeri della pandemia. Importante, poi, la decisione in merito alla riapertura agli spostamenti tra le regioni che al momento restano vietati fino al 15 febbraio.
“Un primo importante riconoscimento per il mondo della montagna. È da settimane che porto avanti in tutte le sedi la battaglia per la riapertura in sicurezza degli impianti di risalita. Il protocollo messo a punto dalle Regioni è frutto di un lavoro che vuole tenere insieme la priorità sanitaria, che per tutti resta al primo posto, ma anche la giusta valorizzazione dell’economia della montagna, a oggi completamente dimenticata. Una boccata d’ossigeno per un settore che sta soffrendo una crisi senza precedenti”, commenta l’assessore al turismo della Lombardia Lara Magoni.
“Per questo motivo, domani mattina, venerdì 5 febbraio, alle 10 in tutte le principali stazioni sciistiche d’Italia si terrà, ancora con maggior entusiasmo, un flash mob del mondo della neve intitolato ‘Per chi suona la montagna’. Un segnale di forte compattezza di tutto il comparto, con la volontà di richiamare l’attenzione su un settore particolarmente falcidiato dalla pandemia, che ha voglia di ricominciare. Operatori, appassionati, maestri di sci e autorità: tutti insieme – conclude Magoni – per sostenere un patrimonio naturale, culturale, sportivo e turistico che merita di essere valorizzato dopo mesi di difficoltà”.