Saper raccontare un viaggio non è soltanto riuscire a trovare il senso di un’avventura oltre i confini del mondo conosciuto. Saper raccontare un viaggio è riuscire a guardare con occhi “nuovi’ la realtà che ci circonda, anche se la consociamo a menadito. Non è facile, per uno scrittore, arrivare a questa dimensione universale, di scoperta esteriore e di ricerca interiore, ma è possibile. Succede ai ‘mostri sacri’ della letteratura mondiale – Jack London e Marc Twain, giusto per fare due nomi – e succede anche a pochi chilometri da casa nostra, dove la penna felice di Emilio Rigatti, insegnante e cicloscrittore, ci rivela aspetti meno noti della nostra regione. Nel libro realizzato per la collana Gli Erranti (nata dalla collaborazione tra Ediciclo editore e Bottega Errante) ‘Gli alchimisti delle colline e altre storie di orizzonti di qua e di là del Collio’, Rigatti ci conduce in bicicletta nella zona di confine tra Italia e Slovenia, nota perlopiù agli amanti del vino, ma che nasconde molte altre sorprese.
incontri magici
Tra paesi appuntiti dai campanili, sparsi come isole bianche sulla cima delle colline, pettinate da vigne e arruffate da boschi, chiuse tra i monti Sabotino o Kolovrat, Rigatti ci fa compagnia a pedali e a piedi, regalandoci istantanee di vita e poesia, mostrando come questa terra sia un singolare impasto di lingue e sapori, di storia e di politica. Incontra sognatori, pittori, artigiani di presepi, e i famosi “alchimisti del Collio”: i maestri del vino che tra le silenziose colline mescolano tradizione e magia.
nutrirsi di cultura
Durante la Seconda Guerra Mondiale questa terra fu scossa anche dal frastuono delle detonazioni del combattimento, dalle urla di chi moriva. “Tra le dolci colline – scrive Rigatti -, non mangerete solo prosciutto di casa bevendo vino biodinamico, i favolosi orange wines o i macerati del Collio: mangerete storia e geografia, racconti e leggende, unioni e guerre”.
Dal Sabotino a Cormons, passando per Capriva e costeggiando l’Isonzo un viaggio inaspettato ed emozionante a non più di 30 chilometri da casa. “Ho girato in bici una buona parte delle colline del nord e non dirò – perché sono di qui – che questa è la zona più bella che possiate trovare nel menù di tali formazioni geologiche. Sarebbe sospetto. Però dico che è davvero unica, diversa dal Canavese, dagli Euganei, anche dalla Toscana. Ed è proprio bella”.