I l numero di italiani iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) continua a crescere senza sosta da molti anni. Tutte le regioni registrano emigranti, soprattutto giovani e ben formati. Il Friuli-Venezia Giulia non fa eccezione. Anzi, il flusso verso altre nazioni, in particolare europee, per molti corregionali è un passaggio ambito e non soltanto, come si potrebbe pensare, una scelta indotta dalla necessità. Si tratta di persone con una qualifica medio alta, pronti a spostarsi rapidamente a seconda delle occasioni a disposizione e poco intenzionati a mettere radici in un determinato luogo, per lo meno nel medio termine. I dati contenuti nel Rapporto italiani nel mondo 2020 redatto dalla Fondazione Migrantes, della Conferenza episcopale italiana, offrono un quadro aggiornato dei movimenti verso l’estero, evidenziando che l’Europa ha sempre meno confini, perché per moltissimi giovani, che magari fanno parte a pieno titolo della generazione Erasmus (progetto lungimirante il cui padre è stato Domenico Lenarduzzi, un friulano emigrato in Belgio, ndr) è del tutto normale studiare e fare esperienza professionale in altre nazioni dell’Ue. Lo studio analizza le iscrizioni e le variazioni dell’Aire sulla base dei dati disponibili al 1° gennaio 2020 e dunque fotografa quanto avvenuto nel 2019 e dunque è molto probabile che gli sconvolgimenti causati dalla Pandemia tuttora in corso modificheranno sostanzialmente il quadro.
RADDOPPIO IN 15 ANNI – Sono quasi 5 milioni e mezzo (5.486.081) gli italiani iscritti all’anagrafe, dato quasi raddoppiato rispetto al 2006, quando erano poco più di 3 milioni. In questi anni la mobilità è cresciuta coinvolgendo anche le donne passate dal 46 al 48 per cento. Per altro, la comunità dei connazionali all’estero si sta ringiovanendo, come spiega lo studio, sia a seguito delle nascite all’estero sia del fatto che spesso varcano i confini famiglie con i minori al seguito (più 84,3% negli ultimi 15 anni). Rispetto al 2006, come evidenzia l’analisi di Migrantes, la percentuale di chi si è spostato all’estero con titolo alto (laurea o dottorato) è cresciuta del 193,3%, mentre per chi aveva in tasca un diploma l’aumento è stato ancora più evidente (più 292,5%). In particolare quest’ultimo dato farebbe pensare che non sempre chi si reca all’estero possa sia altamente qualicato e anzi sia alla ricerca di un lavoro generico, ma molto dipende anche dalla regione di provenienza. Un altro dato merita di essere evidenziato: i continenti dove si concentra l’aumento sono quello americano ed europeo. Nel primo la crescita si concentra nel Sud America ed è legato soprattutto alle acquisizioni di cittadinanza (Brasile più 221%, Argentina più 115% e Cile più 123%), mentre per l’Europa, dove sempre negli ultimi 15 anni si sono trasferiti oltre un milione e 119mila italiani, si tratta soprattutto di nuova mobilità.
L’ALTRA REGIONE – Per quanto concerne i corregionali, a inizio 2020 risultavano iscritti all’Aire 188 mila 731 persone delle quali la maggioranza (50,1%) donne. Di questi ben il 42,2% vivono all’interno dell’Unione europea, mentre un altro 9,7 si trova in altri Paesi europei. Il 40,1% si trova invece in America, concentrati nella parte centro-meridionale (33,1%).
SULLE STATISTICHE IL PESO DEI NUOVI ITALIANI – Le statistiche sulle nazioni dove maggiore appare l’emigrazione sono influenzate da tre elementi sostanzialmente diversi: c’è chi espatria effettivamente per lavorare, chi torna a casa da cittadino italiano e chi ha ottenuto all’estero la cittadinanza italiana. Nel caso di alcuni Paesi europei come per esempio la Croazia si tratta in parte di stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana e sono poi rientrati in patria. Sui dati influiscono, anche se in minima parte, pure i pensionati che decidono di vivere all’estero dove magari il costo della vita è inferiore. Diverso invece il caso della Svizzera, della Germania o della Gran Bretagna che continuano ad attrarre giovani corregionali. Se invece si parla di Sud America, balza all’occhio l’Argentina, dove negli ultimi anni sono cresciute le richieste dei discendenti degli emigranti friulani di diventare cittadini italiani, ma lo stesso processo è in corso in Brasile e in Cile dove la presenza delle comunità friulane resta consistente
Me ne vado a vivere in Europa!
Nel solo 2019 sono espatriati 4.164, con un aumento del 3,2% rispetto al 2019, quando si trasferirono in 4.067
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