Dalle Cascate del Niagara, per altro molto spettacolari, vera esperienza quando con un battello ci si avvicina all’impatto dell’acqua che cade fragorosamente nel lago sottostante, sollevando nuvole di goccioline che ricadono su noi turisti, che poi raggiungiamo la riva completamente grondanti, nonostante gl’impermeabili in dotazione, arrivai a Toronto dopo un tragitto di circa cento chilometri. L’impatto visivo è stato quello delle grandi città americane, ma questa sorge su un grande lago, l’Ontario, ed è la capitale della regione canadese dell’Ontario.
Ai tempi delle grandi immigrazioni, gl’italiani fondarono a Toronto una delle più importanti comunità: appena giunta nei pressi del municipio fu proprio un italiano, emigrato da una vita che, ascoltando la lingua delle sue origini, si avvicinò chiedendomi da dove venissi: “dal Friuli” fu la mia risposta, ed un sorriso di benvenuto spuntò sulle labbra di quello che era il custode di quel luogo così importante, il Municipio, ed era Friulano anch’egli.
Come dicevo ci sono grattacieli e grattacieli, belli, davvero spettacolari, ma anche un po’ di vecchia Europa nel vecchio porto, Harburfront, sul lago Ontario da cui si parte per le isolette lacustri visitabili durante l’estate. La città è intelligentemente pensata per favorire i cittadini durante gl’inverni estremamente rigidi. Infatti sono state costruite strade ”shopping” sotterranee o comode gallerie nelle quali infilarsi per ripararsi dal gelo, magari per gustare anche un buon thè caldo o un buon pasto.
Pensavo che dopo qualche bella passeggiata nelle vie della città, la mia visita di Toronto poteva dichiararsi conclusa: invece mi sono persa nei musei della città, splendide raccolte di opere europee e canadesi: Art Gallery of Ontario e, ciò che personalmente ho maggiormente apprezzato, il Royal Ontario Museum che custodisce i reperti archeologici di storia naturale. Questa particolare “Città di Tutti”, perché si possono davvero trovare comunità di diversi popoli della terra, dall’alto della CN Tower è ancora più attraente e si possono notare le numerose aree verdi alle quali gli abitanti di Toronto tengono molto, i quali sono anche molto attenti ad ogni particolare della loro città. Ho percorso la strada che divide la metropoli in due parti, la Yonge Street, dal Lago Ontario fino alla GeorgianBay, cercando di non acquistare tutta quella attraente serie di souvenir proposti ovunque, per poi divertirmi nel visitare il resto di Toronto andando in giro con il “RedRockets”, tram elettrici rossi e gialli: divertente.
Un altro dei luoghi da me visitati è il Maniero di Henry Mill (Casa Lama): fu la residenza di un miliardario il quale arredò ogni stanza in maniera spaventosamente lussuosa; fece costruire persino passaggi segreti attraverso i quali fuggire…da chi?…dove? Bellissimi sono i giardini. Mi sono diretta verso Collage Street e St. Clair Avenue perché fu proprio lì che gl’italiani vissero molto tempo fa, formando una comunità grande come una città: e lì che ho respirato aria di casa. Ho trovato Toronto un città estremamente pulita, perfettamente organizzata, sicura: era il giorno della partita di baseball alla SkyDom e la gente faceva la fila per entrare nello stadio. Era un fila ordinata composta da famiglie, grandi e piccini, pazientemente in attesa del loro turno, sorridenti, tranquilli, sicuri che avrebbero potuto divertirsi in quello luogo dove lo sport, e non la violenza trovava la sua espressione. Non per questo mancava il tifo, un tifo entusiastico ben diverso dal fanatismo. È stata una bella esperienza la visita di Toronto e mi piacerebbe rivedere la città durante l’inverno quando ogni angolo acquista una nuova realtà.