Per il secondo anno consecutivo Gemona del Friuli ospiterà le “Giornate FAI di Primavera”. Sabato 25 e domenica 26 marzo i luoghi che fanno parte della vita dei gemonesi di tutti i giorni verranno raccontati dagli apprendisti ciceroni e si sveleranno ricchi di sorprese; altri luoghi invece si trasformeranno: da chiusi e invisibili, per due giorni diventeranno aperti a tutti. Un’occasione unica per condividere la bellezza del territorio gemonese, con visite guidate che si svolgeranno dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00.
I beni aperti per l’edizione 2017
• Il Museo della Pieve e il Tesoro del Duomo, con sede nel trecentesco complesso della canonica
vecchia. In mostra preziose opere di pittori e scultori locali, acquistati dalla Basilica del Santo di
Padova a metà del 1300, nonché opere dell’oreficeria friulana datate XV secolo: reliquiari di
argento dorato, cristalli, smalti e una croce astile assegnabili alla bottega di Nicolò Lionello.
• La Fontana di Silans, tappa e punto di ristoro già ai tempi dei Romani, e il Lavatoio del
Glemine, struttura storica di metà Cinquecento, utilizzata come lavatoio pubblico fino quasi alla
metà del Novecento.
• La Civica Biblioteca Glemonense, fondata nel 1885 per volontà di Valentino Baldissera che le
conferì il suo patrimonio librario. L’archivio antico raccoglie serie archivistiche sostanzialmente
integre a partire dal XIV secolo. Di notevole interesse gli statuti del 1381, il carteggio ufficiale
della Comunità, documenti pergamenacei dal 1214, quaderni che rappresentano i prodromi
dell’uso scritto della lingua friulana risalenti al XIV secolo.
Visite su prenotazione sino ad esaurimento posti: 25 e 26 marzo, ore 11:00 e ore 15:00. Per
prenotazioni: [email protected] – 0432 981441
• Il Sacello di San Michele, sito sotto le sacrestie del Duomo. I locali, i cui affreschi si
attribuiscono al XIV sec., funsero per secoli da camera ardente. La doppia titolazione del sacello
potrebbe fare riferimento però a precedenti e più antiche funzioni dei locali, quali quelle di un
battistero e/o di un luogo di culto dei primi Longobardi.
Tutte le visite sono a contributo libero e sarà possibile iscriversi al FAI in ciascun bene aperto.