Mappe del tesoro per scoprire il gioiello sul lago: la Pro Loco di Barcis ha realizzato e dato alle stampe delle nuove cartine per raccontare visivamente ai turisti il lago Aprilis e i suoi dintorni. Ogni mappa è dedicata a un modo diverso di aggirarsi intorno al lago, seguendo diversi sentieri che mettono in collegamento punti panoramici e d’interesse naturalistico e storico e mostrando la zona sotto diversi profili. I depliant sono corredati da legende fitte di informazioni, dalle utilities messe a disposizione per i turisti ai dati relativi alle altimetrie. Le carte sono disponibili all’ufficio Iat di Bar-cis o richiedendole alla Pro Loco.
Il sentiero del Dint
Il primo depliant descrive il sentiero del Dint, un percorso di 3630 metri di lunghezza per 126 di dislivello che offre l’occasione per una piacevole passeggiata nella natura, la quale può essere vissuta anche come una divertente esperienza didattica. Alcuni pannelli permettono infatti di approfondire le tematiche di carattere naturalistico e antropico presenti lungo il percorso: dai fenomeni carsici e di erosione alle peculiarità vegetazionali e floristiche, dalla fauna dei corsi d’acqua e dei versanti rocciosi alla Vecchia strada della Valcellina, dalle opere per lo sfruttamento idroelettrico di inizio ‘900 a quelle degli anni ‘50.
Il sentiero degli alpini il sentiero panoramico e il sentiero di Armasio
La seconda cartina si occupa invece di tracciare i percorsi del sentiero di Armasio, del sentiero degli alpini e del sentiero panoramico. Questi ultimi circumnavigano le acque smeraldine del lago, mettendo in collegamento i belvedere da cui godere di un panorama mozzafiato. Il primo, invece, sale verso la piccola borgata da cui prende il nome, situata in un pianoro asso-lato sopra la confluenza del torrente Pentina nel Cellina. Le poche case che la costituiscono sono circondate da prati (un tempo campi ed orti) e vecchi alberi da frutto.
Il sentiero delle carbonaie
Il terzo depliant descrive e mappa il sentiero delle carbonaie: forni storicamente utilizzati per tramutare il legname in carbone, che davano lavoro a numerosi abitanti di Barcis. Il carbone vegetale serviva a riscaldare gli edifici e i letti, a cuocere i cibi e a stirare, ma veniva anche utilizzato dai fabbri per lavorare il ferro e nelle fabbriche. Terminato il processo di produzione, il carbone veniva ripulito e raffreddato e quindi messo in sacchi di iuta per il trasporto a valle. Le donne portatrici salivano alle carbonaie, carica-vano i sacchi sulle gerle e portavano il carbone in paese. Qui veniva venduto ai commercianti che lo facevano arrivare in pianura con i carri. I sentieri indicati erano quelli percorsi da lavoratori e lavoratrici, e mettono in collegamento le faggete e le abetaie, fonti di legname, le carbonaie stesse; ma anche gli alpeggi e le malghe.